lunedì 16 aprile 2018



NONNI: un aiuto da dosare



Un sostegno prezioso, a volte indispensabile. 
Ma sempre nel rispetto dei ruoli e in un giusto rapporto con i genitori. Per avere sempre armonia in famiglia e bambini davvero felici.
In Italia ci sono 15.200.000 nonni. Meno male che ci sono, direbbero i milioni di genitori che fanno affidamento su di loro per far quadrare l’organizzazione familiare tra lavoro, scuola e (poco) tempo libero. Ma fare i nonni, e farsi aiutare dai nonni, non è così semplice. In realtà, per far sì che questo antico ruolo sia sempre utile e positivo anche oggi, bisogna tenere in mente pochi, ma fondamentali principi. Come il rispetto degli spazi reciproci e la discrezione. «I nonni sono parte integrante della famiglia», spiega il pediatra Italo Farnetani, autore di “Nonni autorevoli”, Mondadori, «ma non costituiscono la cosiddetta famiglia allargata: fanno bensì parte di un secondo cerchio di protezione intorno al nipote, quello che viene subito dopo i genitori. Il sistema funziona se i nonni si mantengono nel loro ambito, assolvendo i loro compiti affettivi e sociali, ma avendo sempre cura di non invadere il primo cerchio, quello dei genitori. Se i due cerchi interagiscono armonicamente, realizzano una sinergia da cui i nipoti potranno trarre enorme vantaggio».
 
Passaggio di testimone
Ciascuno dovrà dunque mantenere chiaramente il proprio ruolo. Operazione apparentemente semplice ma in realtà molto delicata. «I genitori devono imparare a gestire il proprio figlio da soli e in completa autonomia, restando nell’ambito del primo cerchio. I nonni devono assecondare e incentivare questa funzione, evitando ingerenze ma essendo al tempo stesso sempre disponibili a dare il proprio supporto fisico e psicologico». 

La nonna materna ha un ruolo fondamentale, perché ha il rapporto più stretto con la madre del nipote e perché ha seguito l’evoluzione psicologica della figlia, in altra parole la nascita della nuova madre, sin dall’inizio della gravidanza. La nonna materna può quindi spingersi un po’ più degli altri all’interno del primo cerchio, sempre mantenendo però i piedi saldi nel proprio. In pratica, «può aiutare la figlia, darle una mano nella gestione della casa e delle mansioni quotidiane, ma deve essere sempre attenta a non occupare troppi spazi, deve sostanzialmente ricordarsi di essere un'ospite. Il suo rapporto non è più quello tra madre e figlia bensì tra mamma e mamma: la nonna deve dare consigli, rendere disponibile la propria esperienza, ma sempre tenendo ben presente che ormai il testimone è saldamente in mano alla figlia». Se la teoria è di facile comprensione, la pratica è tutt’altra cosa. 
 
Teoria e pratica
Come difendere il proprio cerchio da un nonno o una nonna un po’ troppo invadente? Ecco qualche consiglio per quando ripete continuamente “ai miei tempi”. Ricordategli che erano tante le cose che non si sapevano ancora ai suoi tempi.

- Se insiste perché d’inverno stiate chiusi in casa, fate presente che la maggior parte delle malattie da raffreddamento sono causate proprio dalla trasmissione dei germi tra individui in un ambiente chiuso: quindi è meglio vedere gli amichetti al parco che a casa propria!

- Se vuole che facciate la doppia pesata prima e dopo la poppata, tanto in voga ai suoi tempi, spiegate che oggi non viene più consigliata perché è una pratica inutile oltre che ansiogena: inutile perché i bambini non mangiano la stessa quantità di latte a ogni pasto, ansiogena perché qualora la crescita di peso sia bassa, la madre tenderà subito a pensare che sia il suo latte a non essere sufficiente.

- Stesso discorso per l’analisi del latte: oggi non si fanno più certi esami perché si è scoperto che la composizione del latte varia in base alle poppate della giornata e alle fasi della stessa poppata. Il risultato è che il bambino riceve nell’arco delle 24 ore tutti gli elementi di cui ha bisogno, divisi in singole miniporzioni di grassi, vitamine, proteine ecc.

- Se il bambino sotto i 3 anni ha l’abitudine di rovesciare la cesta dei giochi con grande divertimento e non si precipita a riordinare quando ha finito, spiegategli che è un comportamento considerato normale e non maleducato: i bambini così piccoli che riordinano con troppa sollecitudine dimostrano di avere un eccessivo condizionamento dell’ambiente e di essere poco liberi di giocare serenamente. 

- Se pensa che il nipote sia più magro della media e che questo comporti una maggiore fragilità nei confronti delle malattie, spiegategli che oggi la scienza ha dimostrato che un peso proporzionato all’altezza e all’età è una garanzia di salute presente e futura. Il sovrappeso, al contrario, favorisce malattie presenti e soprattutto future. E ricordategli che un bambino su tre oggi in Italia è sovrappeso!
Attenti ai nonni troppo disponibili, per il loro stesso bene!
Talvolta la nascita dei nipoti coincide con una fase della vita dei nonni in cui si soffre della sindrome da nido vuoto: i figli sono ormai adulti e autonomi, il lavoro spesso è sfociato nella pensione, e l’arrivo dei nipoti sembra essere l’apparente soluzione a tutti i problemi. «Ma rischia di diventare una sorta di doping», avverte Farnetani, «in cui i nonni sembrano vivere una seconda giovinezza: il nido si riempie di nuovo di nipoti, le giornate di impegni e scadenze e si torna addirittura a sognare di avere del tempo libero per sé. Apparentemente tutto fila: i nipoti sono seguiti da quattro adulti, i genitori sollevati dalle incombenze, i nonni ritrovano il loro ruolo fondamentale nella famiglia». Ma appena il bambino diventa in parte autonomo dall'aiuto dei nonni, dopo i 12 anni, loro si ritrovano di nuovo con la sindrome del nido vuoto. Solo che ormai hanno un'età in cui è più difficile e faticoso rimettersi in gioco e seguire i propri sogni, le proprie aspirazioni. Meglio dunque definire sin da subito spazi e obiettivi comuni che tengano conto dei nonni come componenti a sé, parte attiva e in evoluzione rispetto alla società, non solo alla famiglia.